In corso di sepsi, diversi mediatori dell’infiammazione inducono modificazioni strutturali e funzionali delle cellule endoteliali (ECs) renali. Scopo del nostro studio è stato valutare l’efficacia della CPFA nel contrastare l’effetto dei mediatori della sepsi sulla disfunzione endoteliale.
Dopo induzione di sepsi con infusione di LPS (300µg/Kg), 8 maiali sono stati trattati con CPFA per 6h; 8 animali controllo non ricevevano alcun trattamento. ECs umane sono state co-incubate per 12h con i diversi sieri.
Mediante analisi citofluorimetrica, le ECs stimolate con i sieri dei maiali sani mostravano alti livelli di espressione dei marcatori endoteliali CD31 (93.57±6.11) e VE-caderina (26.43±2.11), e bassi livelli dei marcatori di disfunzione endoteliale N-caderina (0.43±0.05) e Vimentina (34.53±5.61).
In presenza dei sieri dei maiali settici, si osservava una ridotta espressione dei marcatori endoteliali CD31 (49±9.05 p=0.04) e VE-caderina (11.1±2.38 p=0.01), con incremento di N-caderina (22.03±6.6 p=0.02) e Vimentina (59.23±13 p=0.02), indici di disfunzione endoteliale. Sorprendentemente i sieri degli animali trattati con CPFA preservavano le ECs, conservandone il fenotipo (CD31:94,97±3.4 p=0.04; VE-caderina:24.07±4.9 p=0.03; N-caderina:0.97±0,14 p=0.02; Vimentina:28.17±6.77 p=0.02; vs sieri settici). Lo studio delle biopsie renali dei maiali settici dimostrava anche in vivo la disfunzione delle ECs, che acquisivano il marcatore mio-fibroblastico alpha-SMA. Al contrario, la CPFA conservava la struttura delle EC renali CD31 positive, con rarissime CD31+/alpha-SMA+ (4.05±2.19 vs settico:16.5±3.53 fold change, p=0.04).
Il nostro lavoro dimostra che il trattamento con CPFA è in grado di contrastare la disfunzione endoteliale sia in vitro che in vivo, preservando le caratteristiche dell’endotelio renale in corso di sepsi.