Recentemente il nostro gruppo ha riportato per la prima volta come arterie renali piccole, definite dalla riduzione del diametro di riferimento (RD<5.2mm) o del diametro in corrispondenza della stenosi dell’arteria renale (MD<2.9mm) (Fig.1), siano indipendentemente associate ad un basso GFR ed alla presenza di ipertensione resistente. Il ruolo prognostico del diametro dell’arteria renale non è stato mai valutato fino ad ora. L'obiettivo è stato quello di valutare il ruolo del diametro dell’arteria renale sulla prognosi di soggetti con cardiopatia ischemica.
L’analisi di Cox è stata usata per analizzare il tempo al primo evento cardiovascolare (infarto miocardico, impianto di stent coronarico, insufficienza cardiaca, ictus e mortalità cardiovascolare) in tutti i partecipanti con o senza stenosi dell’arteria renale (n=623; età media, 64 anni; 29% donne), ed in quelli (n=181) con stenosi lieve-moderata (RAS 10-70%).
Durante un follow-up mediano di 4.5 (range, 0.1-5) anni, 27.8% di tutti i partecipanti hanno avuto almeno un evento a cardiovascolare (35.4% in quelli con RAS 10-70%). In tutti i partecipanti, quelli con RD<5.2mm presentavano un aumentato rischio di eventi cardiovascolari (hazard ratio, HR, 1.41; 95% CI: 1.01-1.47; P=0.045). Nei soggetti con RAS 10-70%, quelli con MD<2.9mm hanno presentato un aumentato rischio di eventi cardiovascolari (HR, 2.45; 95% CI: 1.40-4.28; P=0.002). Quando MD<2.9mm è stato aggiunto in un modello contenente un set standard di fattori di rischio cardiovascolare, la discriminazione è migliorata del 2.2% (dal 72.2% al 74.4%).
In soggetti con cardiopatia ischemica e RAS 10-70%, MD<2.9mm è un predittore indipendente di eventi cardiovascolari e può rappresentare un utile biomarker del rischio cardiovascolare.