L’insufficienza renale cronica(IRC) è una malattia grave e complessa, con una elevata prevalenza di complicanze cardiovascolari. I pazienti affetti da IRC sono esposti a perturbazioni emodinamiche, disfunzione endoteliale, stress ossidativo e ad anomalie metaboliche che portano al rimodellamento arterioso e allo sviluppo di calcificazioni vascolari. Abbiamo studiato composizione chimica,struttura e localizzazione delle placche calcifiche di questi pazienti e correlato i risultati ottenuti con alcuni parametri ematochimici.
Lo studio è stato condotto su 50 pazienti affetti da IRC III-V stadio (10 dei quali in Emodialisi), 10 trapiantati renali e su un gruppo di controllo. Abbiamo studiato con RX,TC e ultasonografia le placche di ciascun paziente e dopo averle prelevate abbiamo esaminato con il microscopio elettronico la struttura di ciascuna placca, misurato l’espressione di sirtuina 1 e 4 con immunoistochimica e infine, per comprenderne la composizione chimica, abbiamo estratto la parte calcifica delle placche per sottoporla a spettrofotometria previa degradazione enzimatica del materiale biologico. Abbiamo correlato i risultati ottenuti con gli indici di funzionalità renale e infiammazione.
I pazienti con IRC e trapiantati presentano un maggior numero e diffusione di placche rispetto ai controlli. Le placche sono di volume superiore e la percentuale di placca composta da core necrotico e calcio è maggiore rispetto al tessuto fibroso(p<0.0001). Differente è anche la composizione chimica:fosfato di calcio e apatite sono più rappresentati nei pazienti con IRC e Trapiantati, mentre nei controlli whitlockite e fosfato di calcio/apatite sono rappresentati nella stessa misura. Sirtuina1 e 4 risultano maggiormente espresse nelle placche dei pazienti con IRC(p<0.005), indicando maggiore stress emodinamico. Calcio,fosforo, FGF23, ma anche PCR e omociteina risultano correlate positivamente con numero,volume e parte calcifica delle placche.
L’IRC influisce su numero e composizione delle placche arteriose. Le placche di questi pazienti sono più instabili e a rischio rottura.Importante è il controllo precoce delle complicanze metaboliche ed emodinamiche.