La Fibrillazione Atriale (FA) si associa ad un aumento dell’incidenza di stroke e di mortalità nella popolazione generale. La prevalenza di FA nei pazienti emodializzati è elevata e la somministrazione di terapia anticoagulante orale (TAO) sarebbe indicata in questa popolazione, ma l’alto rischio emorragico pone riserve sul suo impiego.
Duecentonovanta pazienti emodializzati [174 maschi, età mediana 75.9 (67.6-81.2) anni, età dialitica 4.2 (1.8-8.1) anni] sono stati reclutati e seguiti per due anni. Sono stati valutati la mortalità totale, gli eventi cardiovascolari, gli eventi emorragici e cerebrovascolari. I pazienti sono stati divisi in tre gruppi in base alla loro situazione al momento dell’evento considerato ( Gr0=non assunzione di TAO, Gr1=assunzione in precedenza di TAO, ma sospensione durante il follow up e non assunzione al momento dell’evento; Gr2=assunzione di TAO al momento del’evento).
Durante i due anni di follow-up si sono verificati 115 decessi (Gr0=56, 42%; Gr1=24, 52%: Gr2=35, 32%). I fattori significativamente associati a una maggiore mortalità totale erano l’appartenenza al Gr0 (HR=1.9, p=0.009) e al Gr1 (HR=2.0, p=0.011), l’età >75 anni (HR=1.9, p<0.001), la fibrillazione atriale permanente (HR 2.2, p<0.001) e il diabete mellito (HR=1.5, p=0.034). Gli eventi cardiovascolari (n=134) erano inversamente associati al sesso maschile (HR=0.6, p=0.008).e direttamente alla presenza di cardiopatia ischemica (HR=1.6, p=0.014), ipertensione arteriosa (HR=2.0 , p=0.008) e pregressi episodi di sanguinamento (HR=2.2, p<0.001). Gli eventi emorragici (n=40) erano più frequenti nella fascia di età 65-75 anni (HR=2.1, p=0.018) e nei soggetti con pregresse emorragie (HR 2.2, p=0.022). L’unico fattore lievemente associato agli eventi cerebrovascolari (n=14) era l’età avanzata (>75 anni, HR=3.4, p=0.058).
In una popolazione di pazienti emodializzati con fibrillazione atriale l’assunzione costante di terapia anticoagulante orale si associa ad una ridotta mortalità. La terapia con warfarin sembra non essere correlata nè all’incidenza di episodi emorragici, né a quella di eventi cerebrovascolari.