Il trattamento standard degli pseuoaneurismi è l’embolizzazione via angiografia selettiva con vari agenti (spirali, stent, polimeri…). Riportiamo un caso alternativo di embolizzazione di uno pseudoaneurisma dell’arteria renale in una paziente monorene chirurgico.
Donna di 67 anni. Insufficienza renale cronica da abuso di fenacetina (CKD-4), monorene chirurgico destro per pregressa nefrectomia sn per neoplasia, ipertensione arteriosa, tendenza a sviluppare pseudoaneurismi, spontanei o dopo manovre agiografiche.
Durante un ricovero nella nostra Divisione, veniva posta diagnosi occasionale di pseudoaneurisma dell’arteria renale del rene unico (PAR). La paziente veniva quindi sottoposta ad angiografia selettiva con accesso brachiale, con inserimento di stent ed esclusione del PAR. Come complicanza si osservava la formazione di uno pseudoaneurisma dell’arteria brachiale, corretto poi chirurgicamente. Un mese dopo, una ecografia con mdc evidenziava l’aumento delle dimensioni del PAR precedentemente trattato (da 2.5 a 6 cm) con flusso turbolento al suo interno. Data la severa IRC, per evitare mdc iodato, la paziente veniva sottoposta ad un trattamento alternativo, basato su una embolizzazione ecoguidata per via transepatica.
Ecografo i22 (Philips) con trasduttore 5.2 convex. Come mdc ecografico si utilizzava SonoVue (Bracco).
Con paziente supina ed approccio transepatico ecoguidato, si incannulava RAP con ago da 18 G. Attraverso l’ago si eseguiva un controllo fluoroscopico. Una volta che l’ago giungeva nel PAR, attraverso di esso si inserivano numerose spirali (balt, Montmorency, France) di 6, 8, 12 mm di diametro. Mediante colordoppler si monitorava il flusso nel lume del PAR. Una volta escluso il PAR l’ago veniva rimosso. Le caratteristiche dell’arteria renale principale e del flusso intrarenale venivano documentate prima, durante e dopo la procedura, mediante color-doppler.
La manovra veniva ben tollerata dalla paziente e non si verificavano variazioni della funzionalità residua.
La procedura riportata potrebbe rappresentare una allettante alternatica alla chirurgia o all’approccio percutaneo trans-catetere nel trattamento di PAR in pazienti ad alto rischio.