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CKD e Trattamento conservativo dell’IRC

IPERTROFIA VENTRICOLARE SINISTRA, DEFICIT DI VITAMINA D E INSULINO RESISTENZA NEI PRIMI STADI DI INSUFFICIENZA RENALE CRONICA.

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Razionale

Negli ultimi anni il deficit di vit D e l’insulino-resistenza (IR) stanno entrando a far parte dei nuovi  fattori di rischio cardiovascolari. La vit D agisce attraverso il suo recettore (VDR), che è espresso oltre che negli organi bersaglio classici (osso, ghiandole paratiroidee, reni e intestino)  anche nelle cellule muscolari lisce vascolari e nei miociti cardiaci. L’IR è un predittore indipendente di malattia cardiovascolare, si associa ad un’aumentata incidenza di cardiopatia ischemica e ipetrofia ventricolare sn, inoltre favorisce la progressione della malattia renale.Lo scopo di questo studio è stato di valutare la relazione tra questi fattori di rischio cardiovascolari e parametri ecocardiografici nei primi stadi di IRC.

Casistica e Metodi

Sono stati selezionati 69 pazienti affetti da IRC al I,II e III stadio KDOQI e 15 controlli sani. I pazienti sono stati sottoposti ad esami antropometrici, ematochimici (HOMA-IR) e strumentali (ecocardio-color-Doppler). I dati sono stati analizzati tramite  software SPSS Statistic 17.0.

Risultati

LVMI era significativamente maggiore nei pazienti con IRC rispetto ai controlli (139±19 vs. 104±22, p=0.037).  L‘insulinemia, HOMA-IR e i livelli di iPTH erano aumentati nei pazienti con IRC mentre 25-diidrossivitD era significativamente ridotta (p=0.044;p=0.012;p=0.038). Una correlazione positiva è stata trovata tra LVMI e HOMA-IR (r=0.704,p=0.041). L’aumento dell’LVMI correlava negativamente con l’eGFR (r=-656,p<0.001).

Conclusioni

Il deficit di vit D, il iPTH e l'IR sembrano essere predittori indipendenti di maggiore LVMI.

La carenza di forme attive di vitamina D nei primi stadi di IRC può spiegare le alterazioni che si sviluppano a livello cardiovascolare e la ridotta sopravvivenza di questi pazienti.

L'insulino-resistenza (IR) può essere associata ad un aumentato rischio cardiovascolare in pazienti non diabetici nelle fasi precoci di CKD. Le terapie per questi due fattori di rischio sono semplici, economiche ed efficaci pertanto devono essere valutate anche negli stadi precoci di malattia.

S. Lai, A. Mariotti, M. Testorio, A. Galani, M. Dimko, B. Coppola, G. Innico, N. Frassetti, T. Gnierre, A. Martinez, G.E. Russo
(Dipartimento di Medicina Clinica, Dipartimento di Nefrologia e dialisi, Sapienza Università di Roma )
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