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CKD e Trattamento conservativo dell’IRC

MALATTIA RENALE CRONICA (CKD), FOSFOREMIA E CALCIFICAZIONI CARDIACHE: CORRELAZIONI FISIO – PATOLOGICHE E CLINICHE

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Razionale

I livelli di fosforemia considerati finora “normali” necessitano di una rivalutazione anche alla luce dell’azione di fattori di crescita ad azione fosfaturica, come l’FGF23 e di correlazioni fisiopatologiche e cliniche tra la presenza di iperfosforemia, calcificazioni cardiache ed evidenza di danno renale. Di seguito un'istantanea di una popolazione di pazienti con malattai renale cronica di grado moderato

Casistica e Metodi

Sono stati arruolati 130 pazienti con età media 54 ± 7 anni; 15 presentavano diabete mellito in trattamento insulinico, 94 erano ipertesi in trattamento con calcio – antagonisti, beta – bloccanti ed alfa – litici. Tre erano affetti da entrambe le co – morbidità, cinque presentavano una storia di cardiopatia ischemica cronica. Tutti presentavano un GFR medio di 30 ± 4 ml/min (eGFR EPI).  I pazienti sono stati sottoposti a dosaggi di calcemia, fosforemia, FGF23 , PTH, PCR, Fosfaturia, proteinuria su urine delle 24 ore ed ecocardiogramma trans toracico.

Risultati

I risultati hanno evidenziato, con livelli di fosforemia considerati “nei ranges” di normalità (3.5 – 5 mg/dl), un’elevata percentuale di pazienti con presenza di calcificazioni mitro - aortiche. Il 60% dei pazienti presentava un Wilkins Score di 2, la restante metà  uno  Score di 1, mentre l’interessamento valvolare aortico era presente nel 45 % dei pazienti. I livelli di PCR erano significativamente aumentati nel 53 % dei pazienti con correlazione statisticamente significativa con i livelli di FGF23 e lo score di Wilkins. Si è, inoltre, documentato un’evidente associazione, statisticamente significativa, tra fosfaturia e presenza di calcificazioni mitraliche.

Conclusioni

I dati esaminati confermano come livelli di fosforemia considerati “normali” secondo i comuni ranges di laboratorio, sottendano in realtà la presenza di alterazioni cliniche già presenti ad una diagnostica per immagini di I° livello. Utile, inoltre, il riscontro dell’associazione tra livelli di proteinuria e presenza di calcificazioni mitraliche ad indicare lo stretto legame clinico presente tra danno renale e danno cardiaco.

L. Di Lullo1, F. Floccari2, A. Gorini1 D. Russo3, A. Bellasi4, A. De Pascalis5, G. Otranto1, M. Malaguti2, A. Santoboni1
(1 U.O.C. Nefrologia e Dialisi Ospedale “L. Parodi – Delfino” – Colleferro 2 U.O.C. Nefrologia e Dialisi Ospedale “S.Paolo” – Civitavecchia 3 Divisione di Nefrologia Università degli Studi “Federico II” – Napoli 4 U.O.C. Nefrologia e Dialisi Ospedale “S.Anna” – Como 5 U.O.C. Nefrologia , Dialisi e Trapianto Ospedale “V.Fazzi” – Lecce 6 Dipartimento di Nefrologia e Dialisi Ospedale “S.Giovanni Battista” – Foligno )
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