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Diabete

LA METFORMINA IN CKD: NOSTRA ESPERIENZA.

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Razionale

L’impiego della metformina nei soggetti con DMT2 viene fatto su larga scala, poiché essa interviene positivamente nel miglioramento di diverse componenti fisiopatologiche della “sindrome metabolica” ed ha effetti protettivi “cardio-vascolari”. Il suo utilizzo, tuttavia, è frenato dal timore d’insorgenza di acidosi lattica nei soggetti con CKD. Poiché tali pazienti costituiscono un’ampia percentuale dei soggetti con DMT2, sorge il dubbio sulla sostenibilità della correttezza relativa ad un atteggiamento medico diffuso che li priva “tout court” dei suoi benefici effetti, sol perché presentano una CKD, talora solamente di grado lieve-moderato. Abbiamo ritenuto di poter raccogliere utili dati sull’impiego della metformina nei soggetti con CKD, analizzando una popolazione di soggetti nefropatici afferenti ad un ambulatorio specialistico nefrologico in cui la “personalizzazione” della terapia farmacologica e l’attento monitoraggio del paziente contemplava l’utilizzo della metformina fino allo Stadio IV K/DOQI della CKD.

 

Casistica e Metodi

Abbiamo osservato in un periodo di 15 aa. una coorte di 248 soggetti con DMT2 e CKD in vari stadi. Ogni soggetto, oltre a ricevere le attenzioni “nefrologiche” veniva inserito in un programma collaborativo nefro-diabetologico, tanto più intensivo quanto maggiore risultava il grado di progresione della CKD. In via preliminare venivano esclusi dalla terapia con metformina quei  soggetti predisposti a sviluppare acidosi lattica per “altre cause” (epatopatia, insufficienza cardiocircolatoria, insufficienza respiratoria, infezione cronica, uso di bevande alcoliche, uso di farmaci acidificanti). Per tutti gli altri è stata fatta la scelta di mantenerne l’uso, tanto da sola quanto in associazione con altri antidiabetici orali e/o insulina, fino a valori di GFR stabilmente < 30 ml/min.

Risultati

Non è stato osservato il verificarsi di situazioni a rischio di sviluppo di acidosi lattica.

Conclusioni

Riteniamo che si debba riconsiderare la “ritrosia terapeutica” a trattare con la metformina i nefropatici con DMT2, purché sia sempre elevata la sorveglianza “globale” del soggetto con malattia cronica dismetabolica “complessa”.

A. Bruzzese1, A. Bruzzese 2, V. Bruzzese3, M. Pasquale4, A. Persichini5, G. Rondanini5, D. Santoro1, V. Savica1, M. Buemi1, G. Bellinghieri1
(1Policlinico “G. Martino”, Università di Messina 2Policlinico “A. Gemelli”, Università Cattolica, Roma 3UO Emodialisi Taurianova, ASP 5 Reggio Calabria 4SC Medicina Interna, Ospedale di Polistena, ASP 5 Reggio Calabria 5Policlinico “Silvestrini”, Università di Perugia )
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