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Diabete

IL CINECALCET PUÒ INFLUIRE SULLA “INSULINO SENSIBILITÀ” DEL SOGGETTO DIABETICO EMODIALIZZATO CON IPERATIROIDISMO SECONDARIO? NOSTRE OSSERVAZIONI

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Introduzione

In letteratura è riportato (Hung AM, Contrib Nephrol., 2011) [1] che l' insulino-sensibilità  è ridotta nei pazienti uremici cronici emodializzati ed è associata ad un eccesso di mortalità. Tale riduzione è determinata da meccanismi fisiopatologici complessi e multifattoriali. Da più parti vengono auspicati nuovi approcci di studio per mettere in campo strategie più favorevoli per contrastare il deficit di insulino-sensibilità.

L’impiego del “calciomimetico” cinecalcet per curare l'iperparatiroidismo secondario dei soggetti uremici cronici può ritenersi ormai ampiamente consolidato. Il ricorso alla chirurgia per risolvere l’ipertariroidismo secondario incontrollato sta divenendo sempre più esiguo, grazie proprio al cinecalcet. In Letteratura sono stati riportati dati che suggeriscono possibili correlazioni tra i valori di PTH circolante e lo stato di “insulino-sensibilità” (Nikalji R, Nephrol Dial Transplant., 2011 [2] (full text)), basati sul rilevamento di casi di ipoglicemia insorta dopo paratiroidectomia chirurgica. Non risulterebbero dati relativi all’andamento dei valori glicemici e della insulino sensibilità  successivamente alla regressione dell’iperparatiroidismo e del volume delle  paratiroidi con l’utilizzo cronico del cinecalcet (Meola, Nephrol Dial Transplant., 2009 [3] (full text)), che configurerebbe una sorta di “paratiroidectomia chimica”. La ridotta insulino-sensibilità  si osserva, per antonomasia, nei soggetti con Diabete Mellito di tipo 2 (DMT2). La prevalenza dei soggetti uremici cronici con DMT2 è in costante crescita, ponendo esigenze diagnostico-terapeutiche vaste e complesse. Recentemente (Kostoglou, Ther Adv Endocrinol Metab., 2013 [4]) è stata focalizzata l’attenzione sulle interazioni tra la Vitamina D e il controllo glicemico nel DMT2, suggerendo che le alterazioni del metabolismo Ca-P, sotto vari aspetti, possono interferire con il controllo glicemico nel DMT2.

Nell’ambito di questo scenario di pratica clinica, ci siamo proposti di raccogliere dati inerenti eventuali effetti sulla glicemia e sullo stato di insulino-sensibiltà di soggetti uremici diabetici iperparatiroidei in trattamento con cinecalcet.

Casistica e Metodi

Abbiamo valutato una piccola coorte di 7 soggetti diabetici uremici cronici emodializzati  (4 M e 3 F - età media 63 aa. - età dialitica media di 4,2 aa.) in trattamento con cinecalcet. Tutti i soggetti risultavano in terapia antidiabetica “stabilizzata” con glinidi o con insulina. Il criterio di eleggibilità al trattamento con cinecalcet era stato il riscontro di un valore “confermato” di PTH intatto (iPTH) > 300 pg/ml. Il farmaco è stato somministrato per os alla dose di 30 mg/die. Oltre alla sorveglianza degli abituali parametri inerenti il metabolismo Ca-P, abbiamo appuntato l’attenzione sulla glicemia e sulla “insulino-sensibilità” misurata con il  “quantitative insulin sensitivity check index” (QUICKI) ottenuto dall’inverso della somma dei logaritmi dei dell'insulina digiuno e glicemia a digiuno: 1 / (log (insulina a digiuno μU / mL) + log (glicemia a digiuno mg / dL)), che viene ritenuto un indice affidabile per misurare la sensibilità all'insulina, con il grande vantaggio di poter essere ottenuto attraverso delle semplici misurazioni laboratoristiche su un campione di sangue prelevato a digiuno.

Risultati

Tanto nei soggetti in trattamento antidiabetico con glinidi quanto in quelli in trattamento insulinico si è notato:

  1. una riduzione dei valori glicemici medi rilevati col “profilo glicemico” giornaliero;
  2. una tendenziale riduzione dei valori di emoglobina glicata;
  3. un miglioramento del QUICKI.

Conclusioni

In base alle nostre osservazioni sembrerebbe che il cinecalcet possa avere un effetto di “rinforzo” all’azione dei farmaci ipoglicemizzanti utilizzati per il trattamento dei soggetti diabetici emodializzati. Una possibile spiegazione di ciò potrebbe risiedere nel suo effetto inibitorio sulla secrezione del PTH che avrebbe, a sua volta, effetti modulanti negativi sulla “insulino sensibilità”, anche se altri meccanismi fisiopatologici possono esservi implicati.

release  1
pubblicata il  15 settembre 2013 
da Antonella Bruzzese¹, Maria Pasquale², Alessandra Persichini³, Gennaro Rondanini³
(¹Policlinico “A. Gemelli”, Università Cattolica, Roma; ²Ospedale Taurianova-Polistena, ASP 5 Reggio Calabria; ³Policlinico “R.Silvestrini”, Università di Perugia)
Parole chiave: calciomimetico, diabete
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