Il leakage peritoneo-pleurico è una complicanza rara, seppur ben conosciuta, del trattamento dialitico peritoneale, che eccezionalmente può porre in pericolo di vita il paziente. Solo il 12% dei casi descritti in letteratura coinvolgono l’emitorace sinistro.
Descriviamo il caso di una donna di 41 anni, affetta da insufficienza renale cronica secondaria a IgA nephropathy, in dialisi peritoneale manuale (CAPD) da ottobre 2012, che ha presentato, dopo 4 mesi dall’inizio della CAPD, dispnea ingravescente e progressiva riduzione dell’ultrafiltrato.
Nel sospetto di una comunicazione peritoneo-pleurica, la paziente ha eseguito una radiografia del torace che ha evidenziato la presenza di un cospicuo versamento pleurico sinistro. Per tale motivo è stata praticata una toracentesi, con drenaggio di 2100 ml di liquido (trasudato). L’esame chimico-fisico non ha, però, evidenziato un gradiente di glucosio tale da permettere di porre diagnosi di certezza di versamento pleurico secondario a leakage peritoneo-pleurico.
È stata quindi praticata una peritoneo-TC che ha documentato il passaggio del mezzo di contrasto al cavo pleurico sinistro.
Si è temporaneamente sospesa la CAPD e iniziato il trattamento emodialitico.
Per consentire alla paziente, fortemente motivata, di riprendere la dialisi peritoneale, è stata praticata una VATS (video-assisted thoracic surgery), che ha evidenziato una relaxatio diaframmatica sinistra (figura 1) trattata con il posizionamento di un patch riassorbibile (TissuePatch™, Tissuemed Ltd UK) e talcaggio del cavo pleurico.
La paziente è stata sospesa per circa un mese dalla CAPD per consentire un adeguato risultato della pleurodesi.
Il leakage peritoneo-pleurico sinistro è un evento di raro riscontro nei pazienti in dialisi peritoneale. Le moderne tecniche diagnostiche e soprattutto chirurgiche permettono che oggi tale patologia non sia più una controindicazione assoluta alla ripresa di tale metodica dialitica.