Login




Dialisi Peritoneale

AUMENTO DELLA FUNZIONE RENALE RESIDUA DOPO L’INIZIO DELLA DIALISI PERITONEALE

poster

Introduzione e razionale

Il mantenimento della funzione renale residua (FRR) è uno degli obiettivi principali nei pazienti in dialisi peritoneale (DP). Nella maggior parte degli studi finora condotti sono stati ricercati i fattori coinvolti nel declino della FRR, mentre nessuno studio ha mai posto l’attenzione sul miglioramento della FRR.

In questo studio abbiamo analizzato l’andamento della FRR nei pazienti sottoposti a DP nei primi sei mesi dall’inizio della terapia sostitutiva. Nei pazienti in cui è stato osservato un miglioramento clinicamente rilevante, sono stati successivamente indagati i fattori verosimilmente associati ad esso.

Materiali e metodi

Lo studio è stato condotto in maniera retrospettiva su pazienti adulti incidenti in DP nel periodo compreso tra gennaio 2009 e dicembre 2012. Sono stati inseriti nello studio i pazienti di cui erano disponibili i dati di FRR al tempo 0, dopo 3 e 6 mesi dall’inizio della DP. I pazienti entrati nel programma di DP dopo trapianto renale o dopo HD sono stati esclusi.

L’avvio alla DP è avvenuto secondo un protocollo standard. Dopo un mese dal posizionamento del catetere peritoneale, è stata iniziata CAPD con 4 scambi al giorno, da 2 litri a concentrazione di glucosio variabile. Il PET test è stato eseguito dopo un mese di DP. Alla luce dei risultati del PET test e delle preferenze del paziente la prescrizione dialitica è stata eventualmente modificata da CAPD ad APD.

La FRR è stata considerata equivalente al filtrato glomerulare (FG) residuo il quale è stato stimato calcolando la media aritmetica della clearance dell’urea e della creatinina sulla diuresi delle 24 h. Per limitare gli errori nella stima del FG legati alle naturali fluttuazioni della clearance, sono stati considerati come valori cut off  una variazione del 20% in presenza di un FG basale > di 5 ml/min e di almeno 1 ml/min in presenza di un FG basale < 5 ml/min. Variazioni inferiori a questi valori limite non sono stati considerati clinicamente rilevanti.

I dati demografici, le comorbidità, lo stato di idratazione, i farmaci antipertensivi prescritti e la dose diuretica sono stati registrati (figura 1). Lo stato di idratazione è stato misurato tramite bioimpedenzometria, utilizzando il Body composition monitor (BCM: Fresenius Medical Care).

L' analisi statistica è stata effettuata utilizzando il software Stata 12. Le variabili categoriche sono state confrontate con il test del Chi-quadro, mentre per quelle continue è stato usato T-test se normalmente distribuite o il test di Mann-Whitney se non normalmente distribuite. La normalità è stata verificata utilizzando il test di Shapiro-Wilk. Le correlazioni sono state effettuate con il test di Pearson. I risultati sono stati stati considerati statisticamente significativi se p < 0.05. 

Risultati

Sono stati analizzati i dati di 35 pazienti. Il FG medio basale, a 3 ed a 6 mesi era di 6.7 ± 2.7, 6.8 ± 3.5 e 7.27 ± 4.2 ml/min rispettivamente (p=ns). Tuttavia durante i primi 3 mesi di osservazione 9 pazienti (25.7%) mostravano un incremento della FRR, mentre 14 pazienti (40%) e 12 (34.3%) avevano una FRR stabile o ridotta rispettivamente (figura 2).

8 dei 9 pazienti che dopo 3 mesi mostravano una FRR aumentata, a 6 mesi conservavano i valori di FG raggiunti a 3 mesi, mentre soltanto 1 paziente mostrava un declino della FRR (figura 3). All’analisi univariata, i pazienti con FRR aumentata a 3 mesi avevano valori di FG basale significativamente più bassi rispetto ai pazienti stabili o con FRR ridotta (5.16 ± 2.78 vs 7.28 ± 2.49 ml/min). Nessuna associazione è stata trovata tra le variazioni dello stato di volume misurate tramite BCM e BNP ed incremento della FRR (figura 4).

Conclusioni

Il lieve aumento della FRR nei pazienti in DP è verosimilmente un fatto funzionale legato alla migliore perfusione renale. È possibile ipotizzare che la migliore performance cardiaca secondaria al miglioramento dello stato di volume e alla rimozione di tossine uremiche cardiotossiche, possa essere responsabile dell’incremento della perfusione renale. Piccoli incrementi della FRR, sebbene non sufficienti alla sospensione della DP, possono  essere di aiuto nel raggiungimento dei target terapeutici e contribuire al miglioramento degli outcomes a breve e lungo termine nei pazienti in DP.

release  1
pubblicata il  18 settembre 2013 
da Anna Giuliani¹,³; Carlo Crepaldi¹,³; Lourdes Blanca Martos³,⁴; Akash Najak³,⁵; Giacomo Mason³; Paolo Menè¹; Claudio Ronco²,³
(¹Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università Sapienza Roma, Italia; ²Dipartimento di Nefrologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza, Italia; ³International Renal Research Institute Vicenza (IRRIV), Vicenza, Italia; ⁴Dipartimento di Nefrologia, Ospedale Universitario Carlos Haya, Malaga, Spagna; ⁵Dpartimento di Ingegneria Chimica ed Economia Pilani, India)
Parole chiave: dialisi peritoneale, funzione renale residua
Non sono presenti commenti
Figure

Per inserire una domanda, segnalare la tua esperienza, un tuo commento o una richiesta di precisazione fai il login con il tuo nome utente e password.

Se non lo sei ancora puoi registrati partendo da qui.

Realizzazione: Tesi S.p.A.

Per assistenza contattare: Lucia Piumetto, Tesi S.p.A.
0172 476301 — lucia.piumetto@gruppotesi.com