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Dialisi Peritoneale

Efficacia di un protocollo di sorveglianza per la diagnosi precoce della peritonite sclerosante in corso di dialisi peritoneale

poster

Razionale

La peritonite sclerosante (EPS) è una seria complicanza del paziente in dialisi peritoneale (DP) che, se diagnosticata tardivamente, non consente di instaurare una adeguata terapia. Il paziente va incontro a morte per occlusione intestinale, malnutrizione o sepsi (Kawaguchi Y, 2000) [1] (full text)

Casistica e Metodi

Scopo dello studio è stato quello di valutare l’efficacia di un protocollo di sorveglianza sulla diagnosi precoce di EPS. Lo studio prospettico ha arruolato 149 pazienti in DP (Gruppo B) ed ha incluso 111 pazienti immessi in DP presso la ns. U.O. dal 31.12.2002 al 31.12.2007 e 38 pazienti, già in trattamento di DP che, al 31.12.2002, inizio di applicazione del protocollo, avevano almeno 36 mesi di età dialitica. A 36 mesi di trattamento tutti i pazienti erano sottoposti al monitoraggio della permeabilità peritoneale e dell’ultrafiltrazione con il PET, ripetuto successivamente ogni 6 mesi, e a valutazione strumentale dell’addome (ecografia, Rx e TC), ripetuta ogni 12 mesi (Vlijm A, 2009) [2] (full text) Lo studio è durato 120 mesi (follow-up medio 41,2±31,7 mesi). Come popolazione di confronto sono stati studiati 163 pazienti in DP (Gruppo A) nei quali non era stato applicato alcun protocollo di sorveglianza, perchè entrati in dialisi in epoca precedente all'applicazione del protocollo di studio. Il periodo di osservazione di questa popolazione è stato di 144 mesi (follow-up medio 44,±24,1 mesi) (Figura 1).

Risultati

Nel Gruppo A (controllo) l'incidenza di EPS è stata del 3,68% (6/163 pazienti). 5/6 pazienti sono deceduti per stato settico e/o malnutrizione.Le caratteristiche dei pazienti sono descritte nella Figura 2. Il protocollo di sorveglianza ha consentito di individuare, nel Gruppo B, 2/149 pazienti con segni di EPS, in assenza di sintomatologia clinica, con un'incidenza di EPS dell'1,34% (Figura 3).  La diagnosi è stata precoce perché posta in fase preclinica quando il PET manifestava un rapido e significativo (p<0,01) aumento del D/P della creatinina (+0,07 dopo 6 mesi rispetto all’incremento medio di +0,01) (Figura 4)  e alla TC addome erano presenti e variamente distribuite alterazioni come ispessimento del peritoneo parietale e viscerale, affastellamento ed adesione delle anse intestinali e “peritoneal enhancement” (Figura 5). L’ecografia e l’Rx addome non risultavano utili per la diagnosi precoce di EPS. I due pazienti, con alterazioni radiologiche suggestive di EPS, venivano trasferiti in HD e sottoposti a terapia cortisonica e tamoxifene; dopo 6 mesi presentavano una regressione delle alterazioni evidenziate alla TC. 4 pazienti che presentavano alla TC addome isolate alterazioni come affastellamento ed adesione delle anse, raccolta saccata o “peritoneal enhancement”, venivano sospesi precauzionalmente dalla DP.

Conclusioni

Il protocollo di sorveglianza proposto ha consentito di ridurre l'incidenza di EPS dal 3,68% all’1,34%. La diagnosi preclinica di EPS, ottenuta combinando i dati di aumento della permeabilità peritoneale con le alterazioni radiologiche evidenziate alla TC addome, ha permesso di attuare precocemente una terapia che ha comportato la scomparsa delle lesioni radiologiche evidenziate ed evitato l'insorgenza delle complicanze tardive (Corciulo R., 2010) [3].

release  1
pubblicata il  14 settembre 2013 
da Vernò L, Corciulo S, Pertosa G, Russo R, Gesualdo L, Corciulo R
(UOC Nefrologia, Dialisi e Trapianto, DETO, Univ. degli Studi ‘Aldo Moro’, Bari)
Parole chiave: peritonite sclerosante, prevenzione
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