È noto che nella popolazione uremica vi sia una elevata prevalenza di deficit di vitamina D.
Scopo dello studio è stato quello di valutare lo stato vitaminicoDin un gruppo di 37 pazienti avviati alla dialisi peritoneale nel nostro Centro tra Settembre 2009 e Dicembre 2012.
Abbiamo, inoltre, valutato gli effetti della supplementazione orale secondo due diversi schemi.
Sono stati dosati i livelli basali di 25(OH) vitamina D (25(OH)D3), calcemia, fosforemia, fosfatasi alcalina, PTHi, pre-albumina. I dosaggi sono stati ripetuti dopo impostazione della terapia, a 6 mesi.
Sono stati usati due schemi: somministrazione settimanale con colecalciferolo, somministrazione giornaliera con calcifediolo.
È stata definita una condizione di carenza la presenza di valori inferiori a 15 ng/mL, una condizione di insufficienza la presenza di valori compresi tra 15 e 30 ng/mL (Figura 1).
Non è emersa nessuna differenza legata al sesso.
I livelli di 25(OH)D3 sono risultati correlati in modo inversamente proporzionale all'età (p<0.01, Figura 2) ed allo stato nutrizionale (p=0.05, Figura 3).
L’aggiunta alla terapia della vitamina D nutrizionale ha comportato una significativa riduzione del PTHi (p=0.03, Figura 4) indipendentemente dall'utilizzo di altri farmaci (calcitriolo, paracalcitolo o cinacalcet), peraltro non influenzando i valori basali di calcemia e fosforemia.
In conclusione, questo studio effettuato su un gruppo di pazienti uremici in dialisi peritoneale conferma che molto spesso vi sia ancora un’alterazione del pool vitaminico D. La supplementazione orale ha portato ad una normalizzazione dei livelli solo in parte dei pazienti. I nostri dati hanno confermato che la correzione dei livelli di 25(OH)D3 contribuisce di per sè ad una riduzione del PTHi.
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