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Ecotomografia renale

TERMOABLAZIONE PERCUTANEA A RADIOFREQUENZA ECOGUIDATA (US-RFA) DI CARCINOMA RENALE IN PAZIENTE CON INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) AVANZATA: CASE REPORT

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Razionale

La RFA ecoguidata (US-RFA) è una recente modalità di trattamento largamente impiegata nei tumori epatici. Pochi dati sono invece disponibili riguardo all'utilizzo della US-RFA nelle neoplasie renali, anche se tale metodica è potenzialmente molto utile nei pazienti con IRC essendo a basso rischio di peggioramento della funzione renale. Più frequentamente l'RFA viene eseguita sotto controllo TC o RM.

Casistica e Metodi

CASE REPORT. Descriviamo in questo report l'utilizzo della US-RFA nel trattamento di un tumore renale in un uomo di 80 anni con IRC avanzata. Il paziente era affetto da nefropatia cronica vascolare dal 2001. Nel 2010 (creatinina 3,97 mg/dl) è stata diagnosticata una lesione solida  di circa 7 mm al rene dx ed una cisti complessa (Bosniak Tipo III) al rene sn. Posta indicazione a nefrectomia bilaterale, il paziente ha rifiutato l'intervento per non iniziare il trattamento dialitico. Un anno dopo (creatinina 5,3 mg/dl) il paziente ha accettato il trattamento con US-RFA della lesione solida al rene dx. La procedura RFA è stata eseguita con un sistema di ablazione in RF Cool-tip (Valleylab, Covidien) sotto guida ecografica (Philips iU22). E' stato utilizzato un singolo elettrodo di 17 gauge; ciclo di ablazione 12' (come da protocollo standard Valleylab system). Il trattamento è stato molto ben tollerato e non sono comparse complicazioni nel decorso post-trattamento. La funzione renale è rimasta stabile nei 6 mesi successivi e 2 successive ecografie con mezzo di contrasto hanno mostrato un'area avascolare di 4,9 x 2,6 mm, corrispondente alla lesione trattata. Circa 6 mesi dopo la RFA, in seguito ad una sepsi urinaria, la funzione renale è rapidamente peggiorata per cui il paziente ha iniziato l'emodialisi.

Risultati

Conclusioni

La US-RFA dei tumori renali sembra essere sicura e relatrivamente semplice da eseguire, evitando da un lato l'anestesia generale e dall'altro l'utilizzo di apparecchiature radiologiche pesanti. Questa tecnica dovrebbe essere più ampiamente utilizzata nei pazienti con IRC per preservare la funzione renale residua e ritardare il più possibile l'inizio della dialisi.

A. Di Felice, C. Serra*, E. Ferramosca, A. Santoro
(UO di Nefrologia Dialisi ed Ipertensione. *Ambulatorio di Ecografia Diagnostica ed interventistica, Dipartimento di Medicina Interna e Gastroenterologia – Policlinico S.Orsola-Malpighi - Bologna)
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