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Emodialisi

L'IPOTENSIONE INTRADIALITICA COME INDICATORE DI QUALITA' IN DIALISI.

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Razionale

L'ipotensione intradialitica (IDH) e' una frequente complicanza dell'emodialisi, si verifica nel 15-60% dei trattamenti ed è associata a sottodialisi, aumentata mortalita' ed eventi cardiovascolari.

Scopo di questo studio e' quello di valutare come i sistemi di controllo biofeedback e le terapie convettive siano in grado di ridurre la frequenza di IDH.


Casistica e Metodi

Studio prospettico su 1985 sedute emodialitiche eseguite nel periodo 01/01/2014 - 15/02/2014 su 113 pazienti: 39 F e 74 M, eta' media 68.4 ± 13.6 anni, 24 pazienti sottoposti ad emodiafiltrazione (HDF) e 89 a bicarbonato emodialisi con membrane ad alto flusso (BHD).

Temperatura del bagno dialisi mantenuta costante a 36°C; conducibilità del sodio 138-144 mEq/l. Per tutti i trattamenti impostato il sistema di controllo del volume ematico.

IDH definita come riduzione della pressione arteriosa sistolica (PAS) al di sotto di 90 mmHg (con un delta-PAS > 20 mmHg), con o senza necessità di intervento terapeutico.

Risultati

L'IDH si è osservata in 110/1985 sedute dialitiche (5.5%) ed in 31/113 pazienti (27.4%).

Nella tabella riportate le caratteristiche principali del gruppo dei pazienti "hypotension-prone".

In questo gruppo, le sessioni dialitiche complicate da IDH sono state il 20.2% (min 2.6%, max 71.4%).

25/31 pazienti erano in BHD, 5/31 in on-line HDF ed 1/31 in emofiltrazione con reinfusione endogena (HFR).

I pazienti in BHD hanno avuto una media di IDH pari a 6.5 versus 2 quelli trattati con HDF.

Conclusioni

Questo studio prospettico mostra una ridotta incidenza di IDH (5.5% versus 15-60% riportato in letteratura). Questo potrebbe essere dovuto ad un'attenta e periodica valutazione del peso ideale e della terapia farmacologica del paziente. Dai nostri risultati emerge inoltre che il costante utilizzo di sistemi di controllo biofeedback e le terapie convettive siano associati ad un miglioramento della tolleranza emodinamica alla dialisi e ad una riduzione dell'IDH, quindi verosimilmente anche ad una riduzione delle complicanze cardiovascolari.

Marengo M., Marazzi F., Serra I., Tamagnone M., Falconi D., Gherzi M., Tattoli F., De Prisco O., Formica M.
(S.C. Nefrologia e Dialisi, ASLCN1, Dipartimento Medico, Cuneo)
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