La Sindrome uremico emolitica atipica (aSEU) è un tipo di microangiopatia trombotica correlata a una disregolazione della via alterna del complemento (Toshihiro Sawai - 2014 [1]).
L’eculizumab, anticorpo monoclonale che lega il C5, tratta efficacemente la aSEU a lungo termine, tuttavia espone a rischio di infezioni da germi capsulati, è descritta una resistenza al farmaco anticorpo mediata, la somministrazione è infusionale ed ha costi elevati (Zuber J - 2012 [2]).
Due pazienti maschi di 30 (paziente 1) e 35 (paziente 2) anni affetti da aSEU con studio genetico negativo sono stati trattati con eculizumab rispettivamente per 3 e 2 anni con 1200 mg ogni 2 settimane con normalizzazione dell’emocromo. Il paziente1 ha sempre avuto però indici di emolisi alterati. Non vi è stato invece un recupero della funzione renale, sottoposti entrambi a dialisi peritoneale. Dopo aver dilazionato l’eculizumab a ogni 3 settimane per due mesi senza recidive, il trattamento con il loro consenso.
I pazienti sono stati monitorati con emocromo e indici di emolisi ogni 15 giorni, non con l’esame urine essendo oligurici in dialisi. Nel paziente1 dopo 6 mesi non vi è stata ancora riattivazione clinica di malattia (Figura 1). Il paziente2 invece dopo 3 mesi dalla sospensione ha presentato anemia emolitica microangiopatica, piastrinopenia e astenia marcata, risoltesi con la ripresa dell’eculizumab (Figura 2).
Solo nel 60% circa dei pazienti con aSEU viene identificata una mutazione genetica delle proteine regolatrici del complemento, inoltre, nel 26% dei casi familiari non viene identificata alcuna mutazione. Le mutazioni presentano prognosi e probabilità di recidiva diverse tra loro (Noris M - 2010 [3] (full text)). È possibile che i nostri due pazienti abbiano una diversa suscettibilità genetica, non ancora dimostrabile. Non avendo un marker che predica con certezza la recidiva di malattia è necessario, dopo la sospensione della terapia, monitorare strettamente i pazienti con gli usuali parametri ematologici e sensibilizzarli a riferire precocemente nuovi sintomi (Ardissino G - 2014 [4]). La ripresa della terapia nel paziente2 ha portato un rapido miglioramento clinico, senza necessità trasfusionale.
[1] Sawai T, Nangaku M, Ashida A et al. Diagnostic criteria for atypical hemolytic uremic syndrome proposed by the Joint Committee of the Japanese Society of Nephrology and the Japan Pediatric Society. Pediatrics international : official journal of the Japan Pediatric Society 2014 Feb;56(1):1-5
[2] Zuber J, Fakhouri F, Roumenina LT et al. Use of eculizumab for atypical haemolytic uraemic syndrome and C3 glomerulopathies. Nature reviews. Nephrology 2012 Nov;8(11):643-57
[3] Noris M, Caprioli J, Bresin E et al. Relative role of genetic complement abnormalities in sporadic and familial aHUS and their impact on clinical phenotype. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2010 Oct;5(10):1844-59 (full text)
[4] Ardissino G, Testa S, Possenti I et al. Discontinuation of eculizumab maintenance treatment for atypical hemolytic uremic syndrome: a report of 10 cases. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2014 Oct;64(4):633-7
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