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Nefrologia clinica

DEFICIT DELL’ENZIMA 25-IDROSSIVITAMINA D-24 IDROSSILASI (CYP 24) COME CAUSA DI NEFROCALCINOSI

poster

Introduzione

Elevati livelli sierici di vitamina D secondari a deficit di 1.25-(OH)2 D-24 idrossilasi possono determinare la comparsa di ipercalciuria e conseguente nefrocalcinosi e nefrolitiasi. Solo pochi casi sono stati descritti in letteratura.

Caso clinico

Paziente di 22 aa, maschio, caucasico, che giungeva alla nostra attenzione ad ottobre 2011 per riscontro occasionale di insufficienza renale di grado moderato. Agli esami ematochimici veniva riscontrata, oltre ad elevati indici di funzionalità renale, la presenza di  ipercalcemia (12.2 mg/dl) con normo-fosforemia, ipervitaminosi D3 (51.5 ng/ml), soppressione del paratormone, ipercalciuria nelle urine delle 24 ore. Il dosaggio di ACE nel siero risultava essere nei range della norma. Alla TC total body venivano segnalate, a livello delle papille renali, verosimilmente a disposizione tubulare, piccole micro-calcificazioni ubiquitarie e bilaterali che confermavano il quadro già riscontrato con la radiografia diretta dell'addome e con l'ecografia renale.

Risultati

Il referto istologico della biopsia renale deponeva per un quadro di nefropatia tubulo- interstiziale cronica da depositi di fosfato di calcio. Il dosaggio dell’ 1-25 diidrossi- colecalciferolo (1α, 25 (OH) 2D3) risultava essere elevato. L’analisi genetica segnalava la presenza di mutazioni bi- alleliche in CYP24A1.

Conclusioni

La 25-idrossivitamina D3 o calcifediolo è la forma inattiva della vitamina D che viene sintetizzata nel fegato e trasformata in forma attiva, la 1.25-diidrossivitamina D3 o calcitriolo, a livello del rene. Il catabolismo di 25(OH)D3 e 1.25(OH)2D3 in acido calcitroico, biologicamente inattivo e solubile in acqua, è effettuato dall’enzima 24α-idrossilasi, codificato dal gene CYP24A1 ed espresso in genere quasi ubiquitariamente. La stessa 1.25(OH)2D3 si comporta da potente induttore dell’espressione di 24α-idrossilasi, così da indurre il suo stesso catabolismo. Questo feedback negativo serve come controllo interno per evitare eccessivi livelli di 1.25(OH)2D3.

Mutazioni bi-alleliche in CYP24A1 portano alla perdita della funzione di questo enzima con conseguenti elevati livelli sierici di vitamina D, ipercalciuria, nefrocalcinosi e calcoli renali. [1] [2] [3] (full text) [4] [5]

release  1
pubblicata il  18 settembre 2013 
da L. Argentiero, M. Martino, A. Mitrotti, M. Rossini, V. Montinaro, C. Manno, A.M. Di Palma, L. Gesualdo
(Divisione di Nefrologia, Dialisi e Trapianto, Università di Bari "Aldo Moro". Azienda Ospedaliero- Universitaria Policlinico, Bari, Italy)
Parole chiave: ipercalcemia, ipercalciuria, ipervitaminosi d, malattia renale cronica, nefrocalcinosi, nefrolitiasi
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